Marco Mengoni: “Penso che l’Eurovision bisogna farlo almeno una volta nella vita, perché non ripeter
Ieri sul giornale spagnolo elPeriodico e` stata pubblicata un`intervista a Marco (Link all`originale)
Noi la abbiamo tradotta per voi, buona lettura!
YOTELE parla con l’interprete di “l’Essenziale” e della sua carriera a poche ore dal suo concerto a Barcellona. Dal vincere X Factor ad accumulare più di 51 dischi di platino e più di 600 milioni di visualizzazioni su YouTube. Marco Mengoni si è guadagnato un posto molto importante nel cuore del pubblico spagnolo grazie alla sua musica che, per esempio, è presente in Atlantico, il suo sesto album nel quale fa un viaggio culturale attraverso i suoni di alcuni paesi che sono bagnati da questo oceano. Attualmente, l’artista italiano celebra il suo decimo anniversario nel mondo della musica con “Atlantico On Tour”, un tour di concerti, oltre al cd registrato live. La prossima data è prevista nella Sala Burts di Barcellona e ha già registrato il sold out. YOTELE ha avuto l’opportunità di parlare con Marco Mengoni della sua musica, della sua collaborazione con Mahmood e dell’emergenza climatica.
D: In questo 2019, festeggi 10 anni di carriera con questo tour in Europa. Com’è stata questa decade piena di musica e riconoscimenti?
R: Meravigliosa, incredibile. Non pensavo di arrivare a questo traguardo. Sono felice
D: In questo periodo, stai girando l’Europa con “Atlantico On Tour”, il tour del tuo sesto album Atlantico. Come definiresti questo album?
R: E’ difficile trovare parole per descriverlo. Credo che le canzoni lo facciano. Atlantico è un album pieno di viaggi, non tiene barriere né culturali né di suoni. Per realizzarlo, ho viaggiato molto attraverso questo oceano, facendomi influenzare da molti luoghi come Cuba, Sud America, Messico, New York, Florida, Portogallo, Marocco e Spagna e molti altri. Mi è piaciuto molto viaggiare, non solo professionalmente. Ne avevo bisogno per scappare dalla routine quotidiana con lo scopo di cercare culture diverse.
D: Alcuni artisti dicono che un album rappresenta l’artista e le emozioni che vive nel momento in cui lo crea. E’ cosi anche per Atlantico?
R: Ogni Disco è il momento che vivi. Quando lo componi, scrivi le sensazioni che senti in quel momento. In questo momento Atlantico è molto importante perché sto crescendo come essere umano. Questo disco è pieno di cose. Ha tanti messaggi che credo e spero mi accompagneranno per tutta la vita, per questo i sentimenti di questo disco non moriranno quando terminerà il progetto.
D: Attualmente sei uno degli artisti italiani più amati dal pubblico spagnolo. Infatti, Barcellona è sold out. Che significa per te la Spagna e il suo pubblico?
R: Non so perché ma sin da quando ero piccolo mi è sempre piaciuta la Spagna e la sua cultura, inclusa la sua musica. Mia madre ascoltava artisti spagnoli e io vissi a Madrid per tre mesi. Mi sento metà spagnolo e metà italiano. Durante il mio tour in Europa mi è piaciuto molto vedere la bandiera della Spagna nelle città in cui cantavo.
D: Liberando Palabras fu il tuo primo disco in spagnolo, Atlantico il secondo. Vedendo il successo che hai in Spagna, è possibile che usciranno nuove canzoni in castigliano?
R: Mi piacerebbe. Perché no? In Atlantico On Tour ci sono tre canzoni inedite che non hanno la loro versione in castigliano. Mi piacerebbe ascoltarle in spagnolo. Inoltre, è necessario che io viaggi per prendere nuove influenze per scrivere un nuovo album.
D: Hai collaborato con Mahmood, il rappresentante dell’Italia dell’Eurovision 2019. Com’è stato?
R: Molto bello. Siamo amici. Lo conobbi nel 2011, quando era molto giovane. Lavoriamo insieme da due anni. Sono molto contento del successo che sta avendo, penso che continueremo a collaborare
D: Molte persone in Spagna ti hanno conosciuto grazie alla tua partecipazione all’Eurovision nel 2013. Come ricordi questa esperienza?
R: Mi piacque tantissimo perché fu tutto perfetto. Mi piace che le nazioni si presentino con la propria musica, è un festival incredibile e senza frontiere. Non è una competizione, è una festa per la musica.
D: Ti piacerebbe ritornare al Festival di Sanremo e all’Eurovision?
R: Penso che questo tipo di esperienze bisogna viverle una volta nella vita, però, perché no? Mi piacerebbe. Ora ho 31 anni e potrei realizzare qualcosa di diverso per questi due festival
D: Sei ambasciatore della campagna Planet or Plastic di National Geographic. In questi giorni, a Madrid c’è stato il vertice sul clima e artisti come Alejandro Sanz e i Coldplay hanno partecipato in questa lotta. Pensi che l’emergenza climatica va cambiare il modo di ascoltare la musica? Cosa può fare l’industria musicale per essere d’aiuto in questa causa?
R: La verità è che il modo di ascoltare musica sta cambiando. Dischi fisici non si vendono più come prima. Oggi puoi ascoltare musica dal tuo cellulare e su altre piattaforme digitali come Spotify e YouTube. In questo caso, il mio disco è fatto di materiali che si biodegradano in due mesi perché la cosa più importante è la musica. L’emergenza è chiara. Basta ascoltare le parole di Greta Thunberg o di qualsiasi esperto scientifico. Se si possono fare piccole cose per aiutare i nostro pianeta, sono il primo a farle. Non si può maltrattarlo, perché non è solamente tuo; è di tutti.
コメント