top of page

#CANZONIPERNOI - Sai che


30 settembre, un sabato mattina come tanti, sono in metro con gli auricolari e come sempre la musica di Marco a farmi compagnia.

Inizia Sai che, mi guardo intorno ed è come se non ci fosse più nessuno, siamo solo io, quella melodia e quella voce ormai così familiare e mi vengono gli occhi lucidi.

È un po’ come disse Marco in un concerto emozionandosi “non succede spesso però alcune volte la musica e le canzoni e tutti i ricordi riafforano”.

Più o meno un anno fa il primo ascolto di Sai che: ricordo ancora l'emozione nell'aspettare l'uscita del nuovo singolo e il solito sorrisone con gli occhi pieni di orgoglio nel capire che Marco aveva fatto di nuovo centro.

Alcuni dicevano che la scelta del pezzo non era granché, che non aggiungeva niente al progetto.

Io l'ho amata da subito, non l'ho scelta come mia canzone del cuore, mi ha scelto lei stessa ad ogni ascolto regalandomi brividi, malinconia, serenità.

La canto in continuo senza neanche rendermene conto: in auto, sotto la doccia, girando per casa, alla fine di una giornata pesante di lavoro, passeggiando in riva al mare in vacanza.

Sarà la melodia, la musica, quel sottofondo leggero ma al tempo stesso incalzante, il ticchettio di un vecchio orologio che scandisce ogni attimo prezioso della vita.

Sarà il tono della voce di Marco, all'inizio delicato, quasi sottovoce, poi pian piano prende forza, perché quel messaggio che Sai che precede inizia timido ma sul finire è chiaro nel cercare di raggiungere la persona cui è diretto

Ed è proprio al termine che si accompagna a una voce che urla a se stesso quasi a liberarsi del peso della nostalgia.

Saranno le parole, semplici ma che ti arrivano dritte a cuore e stomaco.

Un luogo, quello degli opposti, la pioggia e il sole, che invece di portare contrasti regala gioia serena proprio perché si stava insieme e si viveva un amore pieno in cui uno bastava all’altro, in cui la gioia non era solo l’euforia di un momento ma la serenità di una vita intera.

La felicità con poco, l'essenziale, senza grandiosità, pensando al presente ma poi chissà ... quel sempre sperato.

L'amore che supera la persona stessa, che resiste ai tentativi di rimozione, che è più forte di ogni motivo di separazione.

La solitudine di chi si ritrova perso e cerca un luogo dove il tempo non esista, dove ci sia solo infinito.

La resa di fronte a un sentimento che resta sempre e comunque anche se ormai sei dall'altro lato di quella porta, fuori da quel luogo in cui ci si era scelti vicendevolmente.

Sarà il video, ambientato in scenari di una bellezza disarmante come a rappresentare la potenza naturale di quell'amore cantato. Il deserto, l'aridità di un cuore che cerca di dimenticare un amore finito e la pioggia che anziché lavar via il ricordo lo alimenta.

Una strada vuota, dei binari di un treno ormai passato via, un tramonto o un'alba perché il tempo va avanti comunque anche quando tanto il resto cambia.

Credits video: Lina Morelli

Komentar


Post in evidenza
Post recenti
Archivio
Cerca per tag
bottom of page