Marco Mengoni: <<Suonando in Spagna mi sento più libero>>
Oggi nel giornale spagnolo The Luxonomist e` uscita un`intervista al nostro Marco.
Noi la abbiamo tradotta per voi, buona lettura!
D: La tua carriera musicale iniziò ad X Factor, un talent show a cui hai partecipato nel 2009 e hai vinto. Cosa ricordi di questi inizi?
R: La verità è che non ho molta memoria, ho pochi giga nel mio cervello (ride). Era la mia prima esperienza davanti ad un pubblico cosi grande; prima avevo già suonato davanti a delle persone, ma era la mia prima volta in televisione. Furono tre mesi di lavoro senza pausa, non potevo parlare con i miei genitori né con i miei amici, non sapevo cosa stesse succedendo fuori il loft dove stavamo, però, sopratutto, fu molto emozionante.
D: Dopo la vittoria hai pubblicato il tuo primo disco, Dove Si Vola e hai realizzato il tuo primo tour, Re Matto, avendo un grande successo in tutta Italia. Come fu passare da non essere famoso a trionfare in tutto il paese?
R: Fu un pò strano, all’improvviso passai dall’essere uno sconosciuto ad essere molto famoso nel giro di tre mesi. Fu positivo che dopo il tour ‘Re Matto Live’, composto da più di 60 date, non ho avuto tempo per pensare alla popolarità. In quel momento ero molto giovane. Fu un grande cambiamento, lo affrontai bene e lo vissi come un cambio facile e naturale. Chiaramente, iniziai a fare più attenzione quando uscivo di casa per andare al ristorante, la gente mi guardava quando ero per strada, ma fa parte del mio lavoro.
D: Nel 2013 hai vinto il Festival di Sanremo che ti portò a rappresentare l’Italia all’Eurovision. Che significò per te questa esperienza?
R: Sanremo fu meraviglioso, perché lavorai insieme a mia madre e mia cugina e per noi era un sogno. Nessuno di noi se lo aspettava e fu un’esperienza incredibile. Dopo Sanremo partecipai all’Eurovision, In Italia questo festival non è molto conosciuto, però mi è piaciuto tantissimo, perché è un concorso dove tutti i paesi presentano la loro musica, è un luogo dove la musica non ha barriere né muri, e questo mi piace. L’esperienza fu buona, tutto andò perfettamente
D: Parteciperai di nuovo?
R: Non lo so, credo che l’Eurovision è un’esperienza da fare una sola volta nella vita, però fu tanto bella che ritornerei. Dovrei partecipare a Sanremo, vincerlo e poi andare all’Eurovision
D: Nel 2018 è uscito il tuo disco Atlantico, uno dei più speciali della tua carriera. Perché? Cosa ha significato per te questo album?
R: Per me questo album ha significato viaggiare moltissimo, per due anni. Mi è piaciuto tantissimo perché ho fatto un lavoro non solo professionale, ma anche personale, e sopratutto mentale. Avevo la necessità di cercare nuove energie, pensare e stare da solo, lontano da casa e dalla routine. Ogni disco ha un’emozione speciale, però questo è differente perché in esso ho raccolto tutte le emozioni e le esperienze che ho fatto viaggiando per il mondo. Inoltre, mi è piaciuto molto poter avere nelle canzoni influenze latino americane, ho lavorato con El Guincho, che è un produttore spagnolo.
D: In questo disco hai collaborato con Mahmood, l’ultimo rappresentante dell’Italia all’Eurovision, e El Guincho, produttore di Rosalía. Com’è stato lavorare con loro?
R: Lavorare con El Guincho mi è piaciuto tantissimo perché ha molto talento. Sa cosa sta succedendo nel mercato musicale attuale e conosce tutti gli stili. Ascolta la musica che è di moda in tutti i paesi dell’Europa e in tutto il mondo. Mi dispiace molto non averlo potuto conoscere di persona, tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme è stato attraverso telefonate. Mahmood è come un fratello minore, credo di avere otto anni più di lui e sono molto felice di quello che abbiamo fatto e molto orgoglioso della carriera che sta avendo.
D: Nel mese di Aprile hai fatto un concerto a Madrid e il prossimo 15 dicembre sei nella Sala Razzmatazz di Barcellona. Come si comporta con te il pubblico spagnolo?
R: E’ meraviglioso e mi piace moltissimo perché durante questo tour in Europa ho visto molti fan spagnoli, vengono al concerto con la bandiera della Spagna. Canto alcune delle mie canzoni in castigliano, anche se non ho perfezionato molto il mio spagnolo, come puoi capire (ride). Al concerto di Barcellona faremo la metà delle canzoni in spagnolo e l’altra metà in italiano.
D: Il tuo concerto a Barcellona fa parte della seconda fase del tour. Hai visitato molti paesi in Europa e hai avuto molto successo. Cosa ti sta facendo provare personalmente questo tour?
R: Questo tour è incredibile, sto facendo una parte più piccola di quello che è stato il tour in Italia, lì riempiamo palazzetti che possono contenere 14000 persone, qui facciamo concerti in club e sale che hanno una capacità tra le 2000 e 2800 persone. Qui mi sento più libero sul palco perché suoniamo tutto dal vivo, non è come quando c’è uno spettacolo pieno di musicisti e con videowall, dove tutto deve essere perfetto. Qui abbiamo più libertà di suonare, cambiare canzoni e fare ogni concerto in modo diverso. Forse mi piace di più il tour europeo di quello italiano. Scherzo, mi piacciono tutti e due (ride), però durante quello europeo sono più vicino al pubblico
D: Sei un gran difensore dell’ambiente e l’imballaggio del tuo disco Atlantico On Tour è speciale perché è biodegradabile
R: SI. l’imballaggio è fatto di fibra di cartone. Tutto il packaging è biodegradabile in due mesi. Inoltre quest’anno con ‘Atlantico Tour’ ho visto luoghi incredibili dell’Italia dove normalmente non si fanno concerti e mi è piaciuto molto, perché quello di cui avevamo bisogno era soltanto la musica, il pubblico e la natura, niente di più.
D: Dopo 10 anni di carriera, 7 album in studio, 3 album dal vivo, 50 dischi di platino, più di 500 milioni di visualizzazioni su YouTube e tour con molto successo in Italia e in Europa, cosa altro vorresti fare?
R: E’ difficile perché sto facendo molte cose differenti. Lavoro come doppiatore di film d’animazione, sto facendo podcast e interviste a personaggi interessanti, però mi piacerebbe molto fare un film come attore. Sto aspettando il film perfetto, questo mi piacerebbe molto.
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